Il glutine è una proteina presente in alcuni cereali quali frumento, avena, orzo, segale, farro, kamut, spelta e triticale. Il valore nutrizionale del glutine è molto scarso. La funzione principale svolta da questa proteina, infatti, è quella di “collante”, ossia di tenere insieme la farina di grano per consentirne la panificazione.
Di conseguenza, è presente in tutti gli alimenti che contengono questi tipi di cereali. Tra questi ad esempio rientrano farina, pane, pasta, pizza, biscotti ed in genere in tutti i prodotti da forno. È necessario prestare sempre attenzione perché molti alimenti potrebbero essere contaminati dal glutine durante il processo di lavorazione o di cottura.
In base alle ultime scoperte scientifiche, si distinguono tre forme di disturbi correlati al glutine: celiachia, allergia al frumento e sensibilità al glutine.
In particolare, nel caso della celiachia e della sensibilità al glutine i sintomi sono molto simili, come ad esempio dolori e gonfiore addominale, stato di malessere generale e emicranie.
La sensibilità al glutine è un problema più diffuso di quanto si pensi; secondo autorevoli studi, sempre più italiani soffrono di disturbi che potrebbero essere riconducibili alla sensibilità al glutine. Essere sensibili al glutine significa avere sintomi simili a quelli della celiachia e dell’allergia al grano senza essere affetti da nessuna delle due patologie.
Se avete notato sintomi che indicano un disturbo collegato al glutine, non dovete assolutamente ignorarli ma contattare un medico o uno specialista (ad esempio un gastroenterologo), con cui discutere come procedere per arrivare a definire una diagnosi.
Gli alimenti in natura privi di glutine sono molti, frutta verdura, carne, pesce e uova, ma anche prodotti come pane, pizza, pasta, biscotti e torte realizzate a base di farine prive di glutine.
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